Curiosità E Legende
di Tenuta Baccinello
"Sandrone"
Alto poco più di un metro, zampe corte e occhi grandi, si tratta dell’ominide ritrovato nella miniera di lignite di Baccinello. Il centro di questa storia è proprio la nostra Baccinello, borgo del Comune di Scansano che si è sviluppato intorno alla sua miniera di lignite, che ha richiamato uomini e famiglie intere da paese, provincie e regioni diverse, spinti principalmente dal bisogno e dalla mancanza di lavoro.
La storia ha origine circa 10 milioni di anni fa: a quei tempi la Maremma così come la vediamo oggi non esisteva ancora, probabilmente il mar Tirreno e il mare Adriatico erano uniti e al posto della Maremma c’erano solo isole e aricpelaghi. Il nostro «Sandrone» un Oreopithcus Bambolii era uno degli abitanti di queste isole.
Andiamo avanti nel nostro racconto e siamo al 2 Agosto 1958 quando il paleontologo Johannes Hurzeler fu chiamato in piena notte dai minatori che alle 2 del mattino avevano appena fatto quella incredibile scoperta che avrebbe aggiunto un tassello decisivo nello studio della storia dell’evoluzione umana. Era una estate torrida quella del 1958 ed era noto in paese che degli scienziati cercavano proprio a Baccinello tracce di vita primitiva. Ma sino ad allora i risultati erano stati deludenti, il risultato più rilevante, la traccia di quello che sembrava lo zoccolo di un cavallo ma con lo zoccolo «aperto» come per le bestie vaccine.
Il punto di svolta è proprio nella notte del 2 Agosto, il piccolo scheletro era incastonato della volta della galleria ad una altezza di circa un metro e mezzo. Lo scheletro viene ingessato ed estratto dalla miniera.
Come mai gli scenziati erano proprio li a Baccinello? Semplice: la lignite oltre al suo valore economico ne ha anche uno scientifico, raccontando quali fossero gli organismi presenti sulla terra 7-8 milioni di anni fa in questa zona della Maremma. In questo caso era la prima volta che veniva scoperto uno scheletro completo di un ominide, una scimmia antropomorfa che si deve essere estinta quando l’Appennino ha cominciato ad emergere delineando la geografia dell’attuale penisola italiana e dall’Europa hanno cominciato a trasferirsi bestie carnivore. Questa competizione ecologica si è rivelata svantaggiosa per le specie che vivevano sulle isole. L’esemplare è oggi conservato presso il Museo di Geologia e Paleontologia dell’Università di Firenze
La storia ha origine circa 10 milioni di anni fa: a quei tempi la Maremma così come la vediamo oggi non esisteva ancora, probabilmente il mar Tirreno e il mare Adriatico erano uniti e al posto della Maremma c’erano solo isole e aricpelaghi. Il nostro «Sandrone» un Oreopithcus Bambolii era uno degli abitanti di queste isole.
Andiamo avanti nel nostro racconto e siamo al 2 Agosto 1958 quando il paleontologo Johannes Hurzeler fu chiamato in piena notte dai minatori che alle 2 del mattino avevano appena fatto quella incredibile scoperta che avrebbe aggiunto un tassello decisivo nello studio della storia dell’evoluzione umana. Era una estate torrida quella del 1958 ed era noto in paese che degli scienziati cercavano proprio a Baccinello tracce di vita primitiva. Ma sino ad allora i risultati erano stati deludenti, il risultato più rilevante, la traccia di quello che sembrava lo zoccolo di un cavallo ma con lo zoccolo «aperto» come per le bestie vaccine.
Il punto di svolta è proprio nella notte del 2 Agosto, il piccolo scheletro era incastonato della volta della galleria ad una altezza di circa un metro e mezzo. Lo scheletro viene ingessato ed estratto dalla miniera.
Come mai gli scenziati erano proprio li a Baccinello? Semplice: la lignite oltre al suo valore economico ne ha anche uno scientifico, raccontando quali fossero gli organismi presenti sulla terra 7-8 milioni di anni fa in questa zona della Maremma. In questo caso era la prima volta che veniva scoperto uno scheletro completo di un ominide, una scimmia antropomorfa che si deve essere estinta quando l’Appennino ha cominciato ad emergere delineando la geografia dell’attuale penisola italiana e dall’Europa hanno cominciato a trasferirsi bestie carnivore. Questa competizione ecologica si è rivelata svantaggiosa per le specie che vivevano sulle isole. L’esemplare è oggi conservato presso il Museo di Geologia e Paleontologia dell’Università di Firenze